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Le cose parlano : le piastrelle dipinte. Post n. 7

17 Set

Se é vero che i Genovesi “ovunque vanno, un’altra Genova fanno”, come si può vedere dai portici di Gerusalemme, posteriori alle Crociate, cui parteciparono attivamente i Genovesi, simili a quelli di Sottoripa a Genova,é anche vero che hanno assimilato oggetti e parole di altri popoli,il macramé,il mezzaro, la parola “camallo”, facchino, etc.. ed anche le piastrelle decorate,gli “azulejos” in arabo “pietra lucida” che è diventato il genovese “laggione”.Queste piastrelle quadrate che i Genovesi importarono dal Portogallo e dalla Spagna,da Majorca in particolare onde il termine “maiolica”,avevano origine dal lontano oriente:con esse gli arabi ornarono le loro splendide moschee,tra le quali quella di Herat,un tripudio di colori e di luce.A Majorca nel 1300 circa l’italiano Nicoloso Pisano iniziò a comporre dei pannelli di piastrelle che raffiguravano delle scene come già faevano in oriente.(vedi sotto)Questo artigianato approdò in Liguria,a Savona,Albissola e a Genova, sotto laggioni genovesi, ed anche a Napoli dove si ammira il meraviglioso chiostro di Santa Chiara.(  Chiostro di santa Chiara recentemente restaurato e un azuleios )Con questi pannelli di piastrelle colorate i Genovesi ornarono i loro palazzi e in particolare le loro case di campagna.Nonno Cristoforo fece propria questa consuetudine e ornò con pannelli i muri della casa di Sarissola,un san Giorgio,Madonna e San Domenico,un San Rocco. Così pure ornò le pareti della chiesa di S.Lorenzo della Costa  con un Martirio di S.Lorenzo e Una Madonna di S.Domenico.Un bel pannello con la Madonna della Guardia venne da lui regalato alla chiesa parrocchiale di Sarissola, ed è tutt’ora visibile all’esterno.Venne donato nel 1917 , l’anno nero della I guerra mondiale, quasi un voto collettivo alla Madonna perché ponesse fine all’ “inutile strage”, come aveva invocato il papa genovese Benedetto XV.Alla chiesa di Sarissola nonno Cristoforo voleva fare un altro regalo,un altare di piastrelle che raffigurava la sua famiglia,una specie di cappella. Il rev.Parroco, non fu d’accordo, gli sembrava di concedere troppo ad un nucleo familiare in un edificio che deve essere di tutti e non accolse il dono. Il Nonno accettò questo rifiuto senza protestare,forse seguì l’esempio del suo prozio ven.Luigi Maria Solari s.j. mite e obbediente,spesso contrastato nei suoi buoni propositi, sia in famiglia che dai superiori,ed ebbe un’idea: con queste piastrelle avrebbe costruito la sua tomba di famiglia. Senza saperlo,  il parroco gli risolse il problema di come costruire la sua tomba. E così fu ,alla sua scomparsa l’altare rifiutato divenne il suo sepolcro. Era ideato in questo modo: come pala dell’altare il Nonno aveva rimaneggiato la Crocifissione del Perugino inserendo le figure dei santi di cui i figli portavano il nome e la figura di san Cristoforo.  Il rimaneggiamento si presenta così :L’altare vero e proprio invece presentava al centro una austera immagine del Padre Eterno con i due santi protettori della chiesa,san Bernardo e san Giorgio ai suoi lati.Un pannello simile alla raffigurazione della tomba con le due figure di san Cristoforo e santa Ester si trova in basso A lavori ultimati la tomba è apparsa come un insieme colorato,vivace,in cui sfuma e scompare la mestizia della morte,veramente di fronte a questa tomba la morte non celebra la sua vittoria.”Dov’è,o morte,la tua vittoria?” dice san Paolo,certamente non qui.