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Internet realizza le intuizioni di Averroé e di Pierre Teilhard de Chardin.P.24

26 Feb

C’è un pensatore di grande fama che appartiene al mondo islamico del Medio Evo : Averroé ( Cordova 1126-Marrakesk 1198 ).Il suo nome originale è molto lungo e complicato, per semplicità lo presento col nome tradizionale. Averroé, filosofo, medico,matematico, è citato da Dante nella Divina Commedia : ” Averois che il gran comento feo”, alludendo al commento che egli fece alle opere di Aristotele,e lo colloca nel Limbo in cui erano raccolte le anime dei grandi spiriti vissuti prima della nascita di Cristo o che non lo avevano conosciuto, ci sono Omero, Aristotele, Platone, Orazio e tanti altri saggi, più o meno gli stessi personaggi che molti secoli dopo Raffaello rappresenterà nell’affresco La Scuola d’Atene in Vaticano ove c’è anche Averroé che a quella scuola non appartenne di certo, ma che, con la sua opera di traduttore e divulgatore, la tramandò nel Medio Evo sia ai dotti islamici che a quelli cristiani.( Sotto, particolare ,Averroè col turbante )Ora Averroé, che riprende nei suoi scritti di filosofia la dottrina di Aristotele , secondo cui c’è un intelletto passivo, le sensazioni, e un intelletto attivo, la mente , propone anche un concetto originale : secondo lui ci sono è vero i singoli uomini che elaborano conoscenze, ma c’é anche un intelletto savra-individuale, una specie di Intelligenza collettiva che abbraccia ogni conoscenza. Internet, nell’epoca attuale, realizza proprio questa intuizione, la tecnologia permette che si costituisca una intelligenza collettiva, distribuita ovunque e continuamente valorizzata in modo da arricchire reciprocamente le persone. Gli individui che interagiscono intellettualmente, danno luogo a una intelligenza collettiva che è un processo di crescita degli individui stessi. Bisogna riconoscere che i filosofi arabi e in particolare Averroé, furono i primi a cogliere il valore dell’Intelligenza collettiva e a tematizzarla in modo esplicito.L’apporto positivo dato dal pensiero islamico a quello occidentale è testimoniato anche dal quadro del Giorgione, eseguito su committenza del nobile Contarini,cultore del sapere alchemico,il sapere dei saperi, I tre filosofi; in esso la figura centrale raffigurata col caratteristico turbante è simbolo del sapere arabo. Cavalcando i secoli ,un concetto analogo a quello di Intelletto collettivo proposto da Averroè, lo si ritrova nel grande pensatore e scienziato francese, il gesuita Pierre Teilhard de Chardin( 1881-New York,1955). Egli elaborò il concetto di ” Noosfera”, ovvero la sfera del pensiero che deriva dalla parola greca Nous ,cioè mente e sfera, come biosfera. Pierre Teilhard concepisce la “Noosfera” come una coscienza collettiva degli esseri umani che scaturisce dalla interazione fra le menti umane.E’ la terza fase di sviluppo della Terra, dopo la Geosfera (materia ) e laBiosfera (vita biologica ). Più l’umanità si oganizza in forma di reti sociali complesse, più la Noosfera acquisisce consapevolezza. In questo modo egli estende la Legge di complessità e coscienza che a suo avviso descrive la natura dell’evoluzione dell’Universo, alla mente umana. Egli pensa anche che la Noosfera stia espandendosi verso una crescente unificazione che culminerà nel Punto Omega, il fine, non la fine, della storia. Alcuni studiosi vedono Internet come un processo che sta realizzando la Noosfera e per questo Pierre Teilhard de Chardin viene considerato il patrono, non santo, di Internet. Nella meravigliosa nuova Cappella” Redemptoris Mater “in Vaticano,ristrutturata recentamente come dono del Sacro Collegio dei Cardinali per i 50 anni di sacerdozio di Giovanni Paolo II, il confratello di Teilhard de Chardin, padre Marco Rupnik , ha raffigurato un personaggio che tiene in mano un P.C. portatile, segno dei tempi nuovi e del valore positivo delle nuove tecnologie.           P.S. Per quanto riguarda notizie biografiche dei pensatori presentati, rimando alle ottime voci di Wikipedia.